Franca Alaimo
- 15/12/2014 17:04:00
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Il sublime Onofri! Riporto un brano di una lettera inviata a Bice Sinibaldi, che diverrà poi sua moglie, il 24 marzo del 1914: "La poesia, te lo dicevo una volta, è un male, un male sublime, ma è prorio una malattia; è il sentirsi come esiliato e sperduto su questa terra fra gli uomini e linvocare straziato che si fa dal più profondo delle proprie viscere verso un altro mondo, ove tutto è sereno, chiaro, luminoso, musicale, avviluppante: il mondo delle visioni eterne, delle divine fantasie, della raggiunta liberazione, da questa carne che pesa." Giustamente scrive di essa Anna Dolfi: Onofri andava cercando nella poesia la possibilità (...) di confondersi in una tensione panica-sensuale nelle e dentro le cose, sino ai limiti di un candido sacrificio di sangue" (Introduzione a: Poesie edite e inedite", Longo Editore, 1982) Cosa dire di più? Questa poesia ne è unemozionante conferma.
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